PROGETTO


Il progetto vuole rappresentare un nuovo approccio alla didattica in ambito giuridico. Un modello d’insegnamento che privilegi l’attività pratica senza tralasciare le basi teoriche che caratterizzano il campo del sapere giuridico. Gli studenti sono così chiamati ad un apprendimento attraverso la partecipazione alla discussione e risoluzione di casi pratici. Questa esperienza consente loro di poter stabilire in cosa consiste l’attività professionale, sia sotto il profilo tecnico che deontologico, agevolandoli nelle scelte per il proprio futuro e contribuendo a sensibilizzarli riguardo l’importanza di valori quali la tutela dei diritti e la giustizia sociale, pilastri fondamentali del nostro sistema giuridico.

Allo stesso tempo, la clinica mira a condividere il sapere elaborato dal Dipartimento con la società, allo scopo di tutelare quei diritti e quelle situazioni giuridiche che si distinguono per un basso livello di protezione. Il progetto è volto ad instaurare un legame tra l’ateneo perugino e la collettività; una connessione questa che sia capace di riposizionare l’Università al centro dell’attività sociale e culturale della città e del territorio, di incrementare la conoscenza e la sensibilizzazione della comunità accademica ai problemi sociali che contraddistinguono la realtà italiana, umbra e perugina in particolare.

L’intera sperimentazione dipende da una consistente attività di ricerca, che non deve esaurirsi nella sola documentazione in merito ai diversi casi seguiti, ma deve coinvolgere in generale tutti i lavori svolti nell’ambito del progetto, dall’approccio teorico alla risoluzione e presentazione della causa. Le cliniche legali riescono così a imporre un obiettivo di riforma dei curricula accademici, riorientando la formazione dei giuristi verso la giustizia sociale. La diversità e pluralità degli approcci è mantenuta, dal momento che gli studenti possono essere coinvolti nei progetti più vari: da tematiche che coinvolgono gli interessi diffusi espressione del territorio, a questioni riguardanti la salute e l’ambiente, ad attività che mirano alla tutela delle condizioni sociali più deboli, come nel caso del diritto all’abitare.

Il percorso proposto si struttura quindi sulla base di tre elementi: l'università, la conoscenza e le cliniche legali, che si intersecano variamente e si compongono in un gioco di scatole cinesi. La conoscenza è un prodotto collettivo in senso autentico e progressivo, e fa capo ad una comunità indeterminata o, quanto meno, non chiusa o circoscrivibile nell’ambito di quella universitaria.

La clinica legale attualizza pertanto la nozione di bene comune più aggiornata e militante proprio perché la sua funzione non sta semplicemente nel garantire l’uso e la gestione collettiva delle risorse immateriali che la individuano, ma redistribuisce quelle risorse al di fuori della comunità di riferimento, rafforzando o creando ex novo legami di solidarietà sociale (e politica) fra la comunità studentesca e gli attori sociali al di fuori di essa.